L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) comunicano con regolarità i dati che dimostrano la correlazione tra stato di salute ed ambiente. In occasione della settima conferenza ministeriale su ambiente e salute di Budapest 2023 è stato predisposto un report che dimostra il rapporto di incidenza in Europa del 15% tra inquinamento e decessi.
Che vi sia una correlazione tra stato dell’ambiente e salute appare una ovvietà ma, purtroppo, questa affermazione di affianca ad un’altra ovvietà ben più preoccupante, ovvero il fatto che non si intervenga abbastanza. Lo sa bene anche l’ISPRA che da tempo ha inserito la tematica Ambiente/Salute tra le linee prioritarie della sua azione istituendo un osservatorio dedicato.
Nei scorsi giorni ho letto un interessante articolo della sempre puntuale Graziella Di Mambro (Latina Oggi, 3 marzo, pag. 7) sul processo “dimenticato” relativo all’inquinamento delle falde acquifere nella zona interessata dalla discarica di B.go Montello. Una vicenda giudiziaria lunga venti anni. Queste storie a rischio oblio ci inducono a riflettere su quanto sia necessario monitorare la questione ambientale con più interesse e quotidianità di quanto già non si faccia al fine di mantenere sempre acceso il faro dell’interesse pubblico e l’attenzione mediatica che la problematica merita.
A riguardo, all’insediamento del nuovo Consiglio Provinciale, daremo seguito alla presentazione di una proposta che stavamo elaborando da qualche settimana insieme ai nostri Consiglieri uscenti. Ovvero l’istituzione di un Osservatorio Permanente Provinciale Ambiente-Salute. Un osservatorio che molti enti locali italiani hanno costituito con il compito di:
- mappare le zone interessate da siti produttivi dismessi e altre aree a rischio ambientale che necessitano di bonifiche;
- monitorare l’applicazione della normativa in materia di ristori alle popolazioni delle zone vessate dalla presenza di servitù (come le discariche);
- ricevere segnalazioni da parte della cittadinanza;
- commissionare studi epidemiologici;
- produrre studi in house e diffondere la conoscenza di quelli già prodotti da Enti pubblici e privati, ASL, Fondazioni, Associazioni ambientaliste e altri Osservatori;
- diffondere la conoscenza di buone pratiche individuali a difesa dell’ambiente;
- confrontarsi, al fine di ricercare soluzioni sostenibili, con i Comuni in cui insistono zone urbane eccessivamente trafficate ad elevati livelli di inquinamento atmosferico;
- altre azioni volte al raggiungimento degli obiettivi ambientali dell’agenda 2030.
Una iniziativa, la nostra, che si inserisce nel solco della Proposta di Legge già presentata in Regione Lazio dai Consiglieri Salvatore La Penna e Mario Ciarla con la quale si chiede l’istituzione dell’Osservatorio regionale sui cambiamenti climatici. Auspico che il Presidente Stefanelli e il futuro Consiglio Provinciale vorranno condividere questa nostra istanza, e le preoccupazioni che ci muovono, approvandola nelle sedi opportune.
Il segretario provinciale Omar Sarubbo