«L’idea del centrodestra per il rilancio turistico di Latina, basata sulla realizzazione di infrastrutture stradali e grandi opere come il porto, è vecchia, superata e pericolosa. Una ricetta che non lascia spazio alla fruizione sostenibile del territorio e che si risolve in un’aggressione indiscriminata e all’ambiente, come quelle che il nostro paese già paga caro, con un paesaggio violentato nel corso degli anni e costellato da ecomostri». La capolista del Partito democratico nella coalizione progressista a sostegno di Damiano Coletta sindaco, Daniela Fiore, boccia la ricetta di sviluppo turistico per Latina presentata dal centrodestra ieri, in occasione della visita del ministro Daniela Santanchè.
«I danni causati dall’erosione sono già ingenti, ma finirebbero per essere ancora più gravi e pesanti in seguito alla realizzazione di un porto in un litorale privo di insenature naturali» spiega la candidata dem. «Basta osservare l’insabbiamento costante del Porto di Rio Martino per capire che quest’impostazione è dannosa e pericolosa e metterebbe a rischio l’intero litorale fino al Circeo, quello di Latina al pari del litorale di Sabaudia».
«Diversamente, la nostra idea di turismo – continua Fiore – è figlia della contemporaneità e della sostenibilità, che sono l’unica strada possibile per mettere una volta per tutte la parola fine all’assalto all’ambiente».
Per la candidata il primo problema da affrontare a Latina è la scarsa capacità ricettiva: «Bisogna pensare da subito a un aumento dell’offerta di posti letto, passo obbligato per diventare competitivi in un sistema turistico sempre più integrato e diffuso. In secondo luogo è necessario mettere Latina al centro di una rete per il turismo esperienziale che sia in grado di integrare i cammini turistici, la fruizione del Parco nazionale del Circeo, le straordinarie risorse naturalistiche, paesaggistiche e architettoniche rappresentate dall’oasi di Ninfa, dal litorale, dai Monti Lepini e dalle città del razionalismo. In altre parole, Latina non deve immaginarsi da sola, ma deve diventare il fulcro di una rete turistica. Il Giubileo 2025 è la grande opportunità intorno alla quale intercettare e investire risorse per il sistema turistico locale, per renderlo credibile sui mercati nazionali e internazionali».
«La visione della destra è superata anche perché si fonda su un’idea autocratica di turismo, – sottolinea ancora Fiore – evidentemente sfugge che la Latina turistica potrà avere un futuro solo se integrata con Roma e il resto del Lazio. Infine, è profondamente sbagliata la strategia di puntare sul vecchio sistema di mobilità stradale. Latina deve scegliere di investire sul collegamento ferroviario. L’idea che bisogna far passare è quella di una città facilmente raggiungibile in treno. Saranno necessari per questo nuovi collegamenti diretti con la stazione, ma la sfida è tutta qui, non in collegamenti autostradali inutili e dannosi per il territorio».